Critica del Maestro Pittore GianGiacomo Gabin per il biglietto di invito della stessa mostra.
Per sviluppare un percorso pittorico come quello intrapreso da Giorgio Cattani ci vuole del coraggio.
Questa affermazione, certamente insolita, è solo apparentemente irriverente nei confronti dell’artista, ma vuole altresì esprimere una valenza positiva. Mi riferisco al coraggio di quei pittori che se ne infischiano delle tendenze del momento, che rifiutano imposizioni a cimentarsi in ricerche artistiche spesso solo apparentemente evolute. In altre parole mi riferisco a quei pittori che vogliono solo e semplicemente dipingere e, per dipingere usano colori e pennelli, ed è con questi semplici strumenti che Giorgio Cattani sviluppa i suoi temi aderenti alla realtà dove i fiori sono veri fiori, dove l’acqua è vera acqua e la luce è vera luce.
Ma per raggiungere questo risultato ci vogliono tecnica e perizia, doti ormai acquisite in lunghi anni di serio lavoro.
Ma ciò non basta ed ecco riflettersi nelle opere la sua personalità. E’ noto che il rapporto tra il pittore e la sua opera sia in alcuni casi felici, quasi inscindibile.
Alcuni straordinari esempi ci aiutano a teorizzare questo concetto. Come non notare, ad esempio, quanto forte sia stato il rapporto tra l’angoscia interiore di Van Gogh e le sue ultime tele e come sfuggire, guardando le opere di De Pisis, alle raffinate delicatezze del pittore-poeta, per non parlare poi, facendo un grande salto all’indietro, di Lorenzo Lotto cui serene rappresentazioni erano pari alla sua gentilezza d’animo? Ed è con questo ultimo esempio che ci piace configurare l’opera di Giorgio Cattani, pittore delicato e gentile, come sono delicati e gentili i suoi quadri pervasi da autentica, rara poesia. |